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Liberalizzando

L’estate dei miei undici anni è stata una delle più divertenti. Le mattine si andava al fiume o nei laghetti a pescare, poi i pesci li mettevamo dentro dei secchi e passavamo i pomeriggi uggiosi a ripescarli (vi garantisco che i nostri genitori erano all’ignaro di tutto). Poi la svolta. Non so come ci venne in mente, ma decidemmo di trasformare quel passatempo in un business. Il giovedì si svolgeva un mercato in cui i ragazzi allestivano bancarelle in cui vendevano giocattoli che ormai li avevano annoiati, fumetti straletti o bamboline delle sorelle maggiori (che all’insaputa di tutto le stanno ancora cercando). Noi ci presentammo con un’anfora, i nostri bei pesci nel secchio, una pallina da tennis e un cartello con scritto più o meno così: metti alla prova la tua mira a mille lire e vinci un pesce. La sera i vigili chiamarono i nostri genitori dicendo “venga a riprendere di corsa suo figlio che sta promuovendo un gioco a premi e ha allestito uno stand con animali vivi, il tutto in luogo pubblico e senza alcuna autorizzazione: ha solo 11 anni, che diavolo farà a 30?” Io questo richiamo ufficiale l’ho sempre vissuto come un’ingiustizia, anche perché ero convinto che era stato fatto a causa del fatto che il pubblico era tutto per noi, mentre nessuno si curava degli altri bambini.
Questo è stato il mio primo approccio con la concorrenza e il mercato. Un brutto approccio.
Le liberalizzazioni sono un passaggio necessario per favorire il consumatore e migliorare la concorrenza. Non parlerò qui né dei farmacisti né dei tassisti (due categorie che, sarò l’unico, ma adoro). Quello che mi interessa sono quelle che hanno influenzato parecchio il mercato oggi.
La prima ha riguardato Eni che dovrà vendere molto probabilmente Snam (non può controllare anche la rete). L’annuncio ufficiale probabilmente sarà il 15 marzo, ma si suppone che verrà ceduta alla Cassa Depositi e Prestiti. Conseguenza: oggi Eni è salita (alla luce degli introiti a seguito dell’operazione), mentre Snam no (questo genere di trade scombussolerà l’azionariato e sull’indecisione il mercato punisce).
L’altra riguarda le liberalizzazioni nel segmento dell’RC Auto,  con gli assicurativi che logicamente ne hanno risentito.
Dei sistemi economici conosciuti la concorrenza è quasi sempre il migliore, almeno per il consumatore. Favorirla è un obbligo del regolamentatore, ma è anche diritto di operatore economico far valere le proprie ragioni. Ogni soggetto valuta i suoi interessi. Il mercato è in fondo un soggetto come un altro e il suo unico interesse è premiare chi vince. Quindi in questa fase è apparentemente più facile indovinare chi verrà premiato e chi no. Tradotto: a noi il settore utility non piace…