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Le regole di Gann

Alla domanda “per quale motivo vuoi investire in borsa?” più di una volta mi sono sentito rispondere “per fare soldi”. Rimango sempre senza parole. Per queste persone una giornata come quella di oggi e come quella di domani sono una manna dal cielo. Non scenderò nello specifico, ma oggi c’è stata l’attesa riunione della BCE e l’ancora più attesa decisione sull’austerity del governo greco (che c’è stata ma non sembra aver convinto in pieno i mercati); questi due eventi da soli naturalmente scombussoleranno il mercato domani. Inoltre, sempre domani, causa maltempo ci sarà da divertirsi in quanto i volumi saranno necessariamente più bassi del normale e questo, come detto in più occasioni, favorirà la volatilità comportando simultaneamente rischi e buone opportunità. In poche parole tanta trippa per i famelici gattoni della finanza.
In casi come questi ripenso agli amici che mi rispondono “per fare soldi” e un po’ mi preoccupo. Ma in casi come questi ripenso anche a Gann. William Gann è passato alla storia come uno dei pionieri della speculazione finanziaria, un personaggio ambiguo, un po’ sbruffone, ma simpatico, a modo suo, che ha guadagnato tantissimo speculando in borsa, non sbagliando quasi mai e dando il merito del suo successo allo studio della Bibbia e ad altre analisi che poco avevano a che fare con l’economia. Col tempo ci si sta convincendo che il vero segreto di Gann era l’avere più informazioni degli altri e prima degli altri (un delinquente in pratica). Ma cosa ci può insegnare dopo cento anni un personaggio così? Anche Gann nel suo piccolo ha fatto qualcosa di buono e all’apice della sua carriera ha reso pubbliche le lezioni che in tanti anni di operatività gli sono state impartite, sintetizzandole in 24 regole (facilmente rintracciabili da una ricerca su Google). A me preme evidenziarne alcune tipo l’ottava (evita di mettere tutto in un paniere), la diciannovesima (non comprare solo perché i prezzi sono bassi e non vendere solo perché i prezzi ti sembrano alti) e soprattutto la ventiduesima (se stai perdendo su un titolo, vendilo, non aspettare che risalga).
Perché ho scritto questa cosa? Principalmente per pulirmi la coscienza e poi per aggiungere la venticinquesima (e più importante) regola di Gann, quella che non ha mai scritto probabilmente perché la dava per scontata: prima di operare fissa un obiettivo (con i soldi che vinco ci faccio un viaggio, o un regalo per la moglie o per la mamma o per me)…  se non hai sogni è impossibile realizzarli.

Il migliore

La cucina francese sarà raffinata, ma la pizza e la pasta sono le nostre. Le donne nordiche sono belle ma freddine, le italiane saranno un po’ snob, ma hanno più classe. Poi l’Italia è il paese più bello del mondo (in fondo in Puglia dicono che “Ce Parigi tenéve u mare iève na pìccole Bare” perchè dargli torto?).
Da oggi siamo i migliori anche in  altro. Oggi la borsa italiana è stata la migliore. In uno scenario globale tra il piatto e il negativo, noi siamo stati fortemente positivi.
Ma perchè?
Il primo motivo e più ovvio è dovuto alla composizione dell’indice. Nel FTSEMIB (il nostro indice, cioè una sintesi di quello che è il sistema economico itliano) il settore bancario è quello che pesa di più. In nessun altro  paese pesa così tanto. Quindi quando a livello globale c’è un attacco ai titoli finanziari, il nostro sarà il mercato che ne risentirà di più. Se invece i titoli finanziari  raccoglieranno consensi allora la nostra borsa sarà quella che ne trarrà maggior vantaggio (facile no?!).
L’altra ragione è data dal fatto che ormai da un po’ di tempo siamo sotto la lente. Non sappiamo se effettivamente ci stiano attaccando o meno, ma di sicuro i volumi (cioè la quantità degli scambi) sono significativi, quindi anche dall’estero stanno arrivando moltissimi ordini a dimostrazione di un certo interesse (positivo o negativo? ai posteri l’ardua sentenza). Come vuole l’inflazionata legge della domanda e dell’offerta, se tanti vogliono comprare qualcosa il prezzo sale.
Se il fattore dominante è il secondo, allora dovremo abituarci a grandi salite e a rapide discese. Nel frattempo godiamoci questa giornata da migliori. Non capita spesso, quindi, se qualcuno si pavoneggerà verrà perdonato… domani è un altro giorno e  non si può pretendere di essere i migliori per sempre.

 

Derivati

Immaginate di essere degli allevatori di maiali. Ora pensate di volere un maiale adulto, ma non ora, tra 6 mesi (ohi chiedo scusa fin da subito a tutti i “maialisti” in ascolto, ma non son preparato a sufficienza sui suini). Andate da Salvatore (l’allevatore), vedete il maialino che vi piace e fate una proposta del genere “Ciao Salvatore, a me piace questa bestiola,ma la vorrei prendere fra 6 mesi, se ti do X euro, me lo tieni da parte? Poi io fra 6 mesi vengo qui, se mi piace te lo prendo al prezzo Y, altrimenti te lo tieni”. Il buon Salvatore che non è un talento per la matematica accetta e pensa “sarà contenta mia moglie Floriana che è vegetariana”. Adesso passati i 6 mesi gli scenari possibili sono due: il prezzo dei maiali è superiore a Y allora voi date a Salvatore la somma Y (quindi la vostra spesa è stata X+Y); oppure il prezzo dei maiali è diventato inferiore a Y, in questo caso non esercitiamo il nostro diritto all’acquito (tecnicamente opzione call), il maiale ce lo prendiamo da un’altra parte e Salvatore che già si era intascato 6 mesi fa la somma X ha tutto il tempo che vuole per decidere se vendere ad altri il porcellino. L’esempio sui maiali non è casuale: i primi contratti derivati regolamentati conclusi alla borsa di Chicago furono proprio di questo tipo. Ora se invece del maiale ci mettete un’azione o un qualsiasi altro strumento finanziario avrete un’opzione su Fiat ad esempio o sul FTSEMIB (se consideriamo l’indice) ecc… Quindi l’opzione non è altro che un diritto all’acquisto (come nell’esempio) o alla vendita (mettete Salvatore che viene da voi e vi dice “ti do X ora, però tu mi compri, se io vorrò, tra 6 mesi il maialino a Y”). Se invece del diritto avessimo voluto un obbligo a concludere un certo affare a una determinata data avremmo avuto un futures. Potrei fare altri esempi, ma tutto per dire che di strumenti derivati ce ne sono diversi. Sono in pratica titoli che si basano (“derivano”) da altri strumenti finanziari (indici, azioni, obbligazioni, tassi, valute). Che ce ne facciamo di questa roba? L’idea di fondo era quella di avere un mezzo per proteggersi dai rischi di altre operazioni in piedi. Poi con il tempo ci si è resi conto che questa invenzione finanziaria poteva essere utilizzata per guadagnare ancora di più (non è difficile vederli come scommesse). Questa evoluzione/distorsione è una delle cause della crisi attuale. Ma non è il mezzo sbagliato, è l’utilizzo che se ne fa. In fondo la polvere da sparo fu inventata per divertire la gente… solo che non ce lo ricordiamo più.