Monthly Archives: dicembre 2011

“Non mi fido molto delle statistiche,perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media.”

Charles Bukovsky.
Non fa una piega…

Test della razionalità

Ipotizzate di saper giocare a tennis e di essere iscritti ad un circolo. Questa iscrizione vi permette di poter prenotare il campo al coperto con una settimana di anticipo, al costo di 50 Euro. Inoltre avete accesso gratuito e illimitato ai campi all’aperto, senza necessità di alcun tipo di preavviso. E’ ovvio che in una giornata di sole e di caldo giocare all’aperto è decisamente un’esperienza piacevole oltre che divertente (e vincente… almeno negli esempi possiamo dare per scontata una nostra vittoria), mentre giocare al coperto è necessario quando è freddo o piove, non altrimenti (è ovvio che al coperto si formerà col caldo una cappa d’afa degna dei tropici). Ora ipotizziamo di aver prenotato (e pagato) la scorsa settimana il campo al chiuso in quanto per oggi era atteso un tempaccio; ci presentiamo al campo e il tempo è perfetto: sole caldo e leggro venticello. Dove giochiamo? al coperto che abbiamo già pagato profumatamente o all’aperto che è gratuito? Una mente razionale non farà assolutamente fatica a rispondere a questo tipo di quesito.
Torniamo alla realtà. Ormai da parecchi mesi, a chi mi diceva “ho azioni Unicredit in portafoglio, ma sto perdendo parecchio” io dicevo “ma guarda che le azioni Intesa in questo momento sono palesemente migliori” e la risposta puntuale che mi sentivo dare è “si è vero, le Intesa sono migliori, ma ormai le altre le ho comprate e ci sto perdendo, le voglio tenere ancora”. Questo dialogo vi garantisco che non è inventato e mi ritorna in mente puntualmente tutti i giorni che Unicredit (un ottimo titolo e un’ottima azienda per carità, ma in questa fase leggermente penalizzata) fa un -4%… quello che mi stupisce è che a prendere la decisione clamorosamente antieconomica in questo caso sono tutte persone che al quesito di cui sopra avevano risposto correttamente (come voi, giusto?). Persone che sono le più razionali che conosca: economisti, avvocati o medici. Ma anche ingegneri… questo a riprova che anche se è vero che “un ingegnere non vive, funziona” è altrettanto vero che anche loro ogni tanto si guastano.

Feste

Con l’arrivo delle feste, i volumi sono più bassi e quindi aumenta la volatilità. Per questo questi giorni nella stessa giornata potrebbero esserci ottime occasioni di trading. Quindi se avete tempo e modo di operare in giornata Mediobanca, Generali, Pirelli, Prysmian e Intesa San Paolo potrebbero essere i titoli da monitorare con maggiore attenzione.

Promesse mancate

Avevo sette anni quando venne a cena da noi un collega di mio padre dal Giappone. Quando lo avevo saputo ero emozionatissimo e non riuscivo a calmarmi, avevo preparato un quaderno con il nome mio e di mia sorella da tradurre in ideogrammi, assieme ad una serie di altre parole fondamentali come casa, pallone e pastasciutta. Poi avevo una miriade di domande da fare. A cena non ero stato in silenzio un attimo, chiedevo in continuazione e non riuscivo a non rimanere affascinato da quel personaggio con gli occhi a mandorla che mi parlava di un mondo lontano dove tutto era colorato e ordinato, senza né ladri né milanisti. Ma poi mio padre mi disse che era tardi e per  tranquillizzarmi mi promise che se fossi andato a dormire il giapponesino sarebbe venuto a scuola  da me il giorno dopo. Tutto contento andai a letto. Solo anni dopo ho saputo che quella sera mio padre venne rimproverato così: “da noi deludere un bambino non mantenendo le promesse fatte è il disonore più grande”. Spostò i suoi numerosi impegni e il giorno  dopo rispettò la parola data.
Prendere lezioni dal Giappone in questo momento più che anacronistico sembra antieconomico. Ma oggi è stata data alle banche europee la possibilità di ottenere un grosso prestito da parte della BCE (ben oltre le attese). Quello che è trapelato è che le banche che hanno fatto ricorso a questo finanziamento (a tassi bassissimi) lo utilizzeranno per cercare di rilanciare il credito e non per smorzare la crisi dei debiti sovrani. Non c’era nessun accordo specifico e era risaputo che gli istituti che avrebbero fatto ricorso a questa modalità di intervento avrebbero dapprima rimborsato i propri debiti che si avvicinavano alla scadenza, e poi pensato ad altro; ma la consapevolezza di ciò ha piegato gli entusiasmi sui mercati quest’oggi. Si è avuta l’impressione di una promessa non rispettata. Il problema è che non si è ben capito chi abbia promesso cosa a chi. Si sa solo che il mercato oggi è stato deluso.
In finanza non c’è un prezzo per il disonore, ma deludere gli operatori oggi è costato l’1%. Molto di più di rispondere ad una domanda del tipo “ma voi in Giappone ve li lavate i denti?”

SPREAD

Come in matematica, anche in economia ci sono degli assiomi. “Non esistono pasti gratis” è uno di questi. Cosa significa? Che ogni cosa ha un prezzo (che può essere espresso in denaro, in tempo libero, in affetto ecc…). Quindi ad esempio nel momento in cui si vuole un mutuo per la nostra casa si deve pagare un premio (il tasso di interesse) a chi ci concede il prestito. Tale premio è commisurato alla nostra rischiosità, cioè alla probabilità che non siamo in grado di rimborsare quanto dovuto. Questo premio è variabile: cambia (o almeno dovrebbe) da soggetto a soggetto in base alla sua capacità attesa (cioè percepita dal prestatore) di essere solvente nel tempo. Come le famiglie, anche gli stati da secoli (primo fra tutti la Repubblica Marinara di Genova) fanno ricorso ai prestiti per finanziare guerre, infrastrutture e ogni sorta di spesa. E come le famiglie anche gli stati non sono tutti uguali e quindi non sono tutti rischiosi alla stessa maniera. Per questo la differenza fra un tasso di interesse che paga uno stato e quello che paga un altro può essere considerata una buona stima della differenza tra la rischiosità dei due paesi. Si è deciso di utilizzare la Germania (storicamente un campione di solidità e di stabilità economica) come sistema economico di riferimento. Quindi quando si parla di “spread” si intende, comunemente, la differenza fra il rendimento di un titolo di stato di un paese con quello tedesco. Perché questo valore cambia costantemente? Facciamo un esempio semplicistico. Un titolo di stato (ipotizziamo uno zero coupon) funziona così: dai 98 oggi e tra un anno lo stato ti rimborsa 100. Ipotizziamo ora che un mese dopo l’acquisto io voglia rivendere il titolo in questione.  Qualora non ci fosse stato niente di particolare e la rischiosità dello stato non fosse mutata, il prezzo a cui lo venderò sarà pari a 98,16 (che altro non è che 1/12 del rendimento che mi sarebbe toccato a scadenza più quanto ho versato). Ma se la rischiosità del paese è aumentata allora chi vorrà acquistare il titolo in mio possesso, vorrà un rendimento maggiore di quello che aveva soddisfatto me un mese fa. Quindi considerando che prenderà un titolo che fra 11 mesi gli rimborserà 100, sarà disposto a pagare un prezzo inferiore al 98,16 di cui sopra. A questo punto è ovvio che i prezzi si muovono in continuazione, quindi controllare costantemente lo spread ha  senso (ripeto, molto semplicistico come discorso, ma la logica è questa) e può essere visto come un termometro della crisi. Sicuramente più attendibile degli avventori ai ristoranti, dove tra l’altro i pasti sono tutt’altro che gratuiti.

Il giorno del giudizio

Come comunicare a casa che il compito in classe non è andato bene? o così “ciao vecchi, ho fatto il compito, agli altri non è andata benone, forse neanche a me”, la reazione dei genitori sarà moderatamente negativa (la strategia del “mal comune mezzo gaudio” ha fatto la fortuna di generazioni di studenti), magari ci sarà una leggera sfuriata iniziale, ma poi coi giorni tutto rientrerà nella normalità. Oppure si può aspettare il giorno della consegna con conseguennte sfuriata molto più grande e dagli esiti impevedibili (ma se il voto è inaspettatamente positivo si è fatta la scelta giusta). Ci sarebbero anche altre due strade: quella greca di non dire assolutamente niente fino a giugno, il giorno della bocciatura; e quella italiana di dire che la colpa è dei professori.
La Francia ha scelto la prima opzione… i mercati stanno scontando un taglio del suo rating, si sa che il giudizio arriverà questa settimana, ma non si sa di preciso quando. Ciò significa che questi giorni si starà tutti alla finestra ad aspettare questo voto… poi certo c’è una possibile guerra in Corea o l’Ecofin che non cela un certo allarmismo, ma quello che si aspetta è il come e il quando verrà giudicata la seconda economia dell’eurozona (che ci dirà veramente in che condizioni versiamo).
I miei da piccolo mi dicevano, “basta che stai sereno e che alla fine porti a casa la promozione”… i miei non hanno mai lavorato per una società di rating.

 

L’oroscopo di Olivier

Gli oroscopi, soprattutto quelli di questo periodo, sono tutti uguali e banali,  se sei pesci ti diranno che con l’acquario ti sentirai a casa tua, mentre all’ariete sconsigliano sempre di scornarsi con il capricorno, alla bilancia di stare attenta alla linea, ai gemelli che nn si sentiranno mai soli e dulcis in fundo alla vergine dicono “conoscerai un toro che ti farà provare nuove emozioni”. Anche in finanza il finale d’anno è caratterizzato da regali (belli, meno belli, graditi, reciclati e reciclabili), da propositi e da oroscopi. I propositi in questo periodo vengono da diverse parti, così in Italia c’è una pace politica armata che è stato promesso durerà, in Spagna c’è un nuovo governo che raccoglie sempre più consensi e che ha garantito di far ricominciare la famosa festa durata dieci anni, in Germania si continuerà a fare la voce grossa per difendere gli interessi dei contribuenti tedeschi  così come in Francia, dove il gradimento di Sarkozy è sempre in calo. E poi ci sono gli oroscopi. Oggi ha parlato Olivier Blanchard. Per chi non lo sapesse questo francese è il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, l’istituzione che per costituzione deve contribuire a mantenere l’ordine economico mondiale, oltre ad essere l’autore di forse il più famoso testo di macroeconomia utilizzato nelle università di tutto il mondo. E’ consigliere della Fed di Boston e di quella molto più importante di New York. Questo significa che gran parte dei futuri e degli attuali economisti si è formata sulle sue idee, che questo signore influisce in qualche modo sulle decisioni della più grande banca centrale del mondo e che, a prescindere da quello che dice il direttore operativo, la signora Lagarde, è la voce più autorevole di una delle organizzazioni internazionali più importanti. Quindi è facile ipotizzare che quando questo signore parla, i mercati vengano condizionati. Per cui il mercato ha reagito e male quando ha affermato oggi che “Italia e Spagna devono dimostrare di essere solventi” e “le banche devono aumentare i loro ratio patrimoniali”, ma queste sono cose che si sapevano, il suo è stato un po’ come un richiamo, una nota sul diario diciamo. La situazione è precipitata quando Blanchard si è trasformato in Paolo Fox e ci ha regalato (non richiesto) il suo oroscopo per il nuovo anno, dicendo proprio così: anche assumendo che l’Unione Europea gestirà bene la crisi, il prossimo anno “non sarà simpatico”. Buon 2012 da Olivier Blanchard.

 

“Gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta” Groucho Marx

Lo penso (mio malgrado) tutte le volte che confronto la Merkel con Sarkozy. Ma lui che esempi ha avuto?!

Ancora non è notte a Cingoli

Nel 1999 il Bayern Monaco, dopo aver segnato nel primo tempo con SuperMario Basler, era sicura di aver ipotecato la vittoria della Champions Leaugue contro il Manchester United. Ormai si era arrivati al 90° e mancava soltanto il recupero. Poi successe l’incredibile, i due nuovi entrati della squadra inglese nel giro di un paio di minuti ribaltarono il risultato smorzando l’urlo in gola dei tifosi tedeschi. In alcune zone delle Marche per smorzare i facili e troppo anticipati entusiasmi utilizzano questa espressione: ancora non è notte a Cingoli, per dire che anche se è buio può ancora succedere di tutto. Oggi era cominciata come quella famosa finale con gol subito e poi in difesa. I mercati erano partiti subito forte, una correzione prevedibile dopo la negatività di ieri, i titoli bancari in ripresa (quasi tutti, visto che UBI, come accennato ieri ha “sclerato” ed è stata negativa tutta la giornata). I dati delle 14.30 non avevano destato particolare preoccupazione. Poi il back-out. Il cigno nero. L’evento che non ti attendi. Proprio alle 16.15. Angela Merkel dichiara di non voler aumentare i limiti superiori per il fondo salvastati europeo. Questo getta tutti nel panico. La Germania è la prima della classe, quella che tira su la media, o almeno crede ancora di esserlo. Ma soprattutto è quella con più soldi e con più potere. Per questo quando la sua Cancelliera fa una dichiarazione del genere non solo viene presa sul serio, ma viene considerata legge. I mercati sono crollati, ma soprattutto l’euro è tornato ai livelli di gennaio, con una rapidità tale da far urlare alcuni all’attacco. Poi senza accorgersene tra urla e capelli strappati sono arrivate le 17.30 e il mercato ha chiuso senza neanche tentare un recupero. E così si resta con l’amaro in bocca, con quella strana sensazione che si ha quando sei convinto di aver portato a casa la partita (la coppa no, tanto domani si rigioca) e all’improvviso, allo scadere, proprio chi non ti aspetti ti pugnala alle spalle. Poi ti affacci fuori dalla finestra, guardi il cielo e ti rendi conto che adesso si, è proprio notte a Cingoli.

 

“Gli interessi della Gran Bretagna vengono prima di tutto” David Cameron 9/12/2011

Lo pensò anche John Maynard nel 44. Poi salvò l’Inghilterra e il mondo… per la serie non sono le parole che contano, ma chi le pronuncia…