I tre porcellini

In questo periodo ci sono tre banche che non se la passano benone, certo, potevano stare peggio, ma potevano sicuramente stare meglio. Il Monte dei Paschi di Siena (BMPS), per chi non lo sapesse la banca più antica del mondo, ha annunciato che non farà un aumento di capitale. Come se venisse un bambino da voi e così di punto in bianco vi dicesse “non ho mangiato io i biscotti”… che BMPS abbia un sacco di problemi è risaputo, diversi rumors affermano che addirittura la velocità con cui è stato approvato il piano di finanziamento alle banche da parte della BCE sia dipeso da questo. Io non ci credo, anzi sono sicuro che tutto tornerà in ordine in qualche modo, ma nel frattempo il titolo in borsa è ballerino.
L’altra banca con problemi è la Banca Popolare di Milano (BPM). I problemi qui sono prevaentemente legali e amministrativi. Legali perchè ci sono diverse cause in piedi, la più urgente delle quali è con gente che si è vista convertire il titolo di debito in titolo di rischio (non gli ha fatto piacere). Dal punto di vista amministrativo invece in questi giorni c’era da scegliere l’Amministratore Delegato. Il vincitore è stato Piero Montani, manager stimato e apprezzato praticamente da tutti. O meglio da quasi tutti. Infatti gli “amici della Popolare di Milano” l’associazione di dipendenti e soci della banca che ha molto peso in assemblea, non ha gradito per niente questa nomina. Tale risvolto potrà causare grossi cambiamenti. Nel frattempo nella seduta di oggi il titolo è volato.
L’ultimo porcellino è Unicredit (CRDI). Questa settimana è partito l’aumento di capitale. Tecnicamente significa che ai possessori di azioni CRDI veniva assegnato un diritto che gli permetterà di acquistare ad un valore scontato il titolo in questione. Lunedì mattina il diritto è stato venduto da molti, come è normale che avvenga (molti operatori non vogliono partecipare all’aumento, altri non possono per varie ragioni). Poi ieri è salito, in quanto ci si è accorti che comprando un diritto e sommandolo al prezzo di acquisto pre-stabilito, si ha un valore inferiore a quello del titolo in negoziazione (si è arrivati anche ad un guadagno sicuro del 3%… tecnicamente si chiama arbitraggio). Passiamo invece al titolo vero e proprio. Questo nella scorsa settimana è sceso vertiginosamente, così come lunedì, arrivando a registrare anche un -13%. Fra ieri e oggi c’è stata un’ondata di riacquisti (i volumi sono stati i più alti della storia della società), ma perchè? i motivi sono diversi (li potete trovare spiegati dettagliatamente in questo bell’articolo
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-11/speculazione-arbitraggi-derivati-scoperto-063824.shtml?uuid=Aawn0fcE&fromSearch ). La ragione più probabile è la chiusura delle posizioni corte che erano state aperte in precedenza: cioè alcuni avevano preso in prestito il titolo per rivenderlo, ora il prezzo è sceso e quindi lo riacquistano per ridarlo alla banca che glielo aveva prestato. Tecnicamente questa operazione è illecita, ma secondo molti non è difficile aggirare la normativa e operare allo scoperto, soprattutto fuori dall’Italia. Altre ragioni sono tecniche, cioè il voler puntare su un titolo che a questi prezzi è appetibile, o strategiche, si pensa che i grandi soci di CRDI abbiano voluto incrementare la loro posizione in questa fase favorevole.
In linea di massima questo è quanto. I tre porcellini hanno appena costruito, ognuno a modo suo la propria casetta. Qualcuno è convinto che sta per arrivare il lupo… voi ci credete alle favole?

“Chi controlla il controllore?” Watchmen

Fitch ha detto che taglierà il rating dell’Italia. Nel frattempo non dice nulla sulla Francia… poi andando a vedere un pochino più a fondo chi controlla Fitch si capisce perchè…

Ma è chiaro che non basta un visconte completo perchè diventi completo tutto il mondo. (Italo Calvino)

Con affetto e sincera stima al Professor Mario Monti.

Derivati

Immaginate di essere degli allevatori di maiali. Ora pensate di volere un maiale adulto, ma non ora, tra 6 mesi (ohi chiedo scusa fin da subito a tutti i “maialisti” in ascolto, ma non son preparato a sufficienza sui suini). Andate da Salvatore (l’allevatore), vedete il maialino che vi piace e fate una proposta del genere “Ciao Salvatore, a me piace questa bestiola,ma la vorrei prendere fra 6 mesi, se ti do X euro, me lo tieni da parte? Poi io fra 6 mesi vengo qui, se mi piace te lo prendo al prezzo Y, altrimenti te lo tieni”. Il buon Salvatore che non è un talento per la matematica accetta e pensa “sarà contenta mia moglie Floriana che è vegetariana”. Adesso passati i 6 mesi gli scenari possibili sono due: il prezzo dei maiali è superiore a Y allora voi date a Salvatore la somma Y (quindi la vostra spesa è stata X+Y); oppure il prezzo dei maiali è diventato inferiore a Y, in questo caso non esercitiamo il nostro diritto all’acquito (tecnicamente opzione call), il maiale ce lo prendiamo da un’altra parte e Salvatore che già si era intascato 6 mesi fa la somma X ha tutto il tempo che vuole per decidere se vendere ad altri il porcellino. L’esempio sui maiali non è casuale: i primi contratti derivati regolamentati conclusi alla borsa di Chicago furono proprio di questo tipo. Ora se invece del maiale ci mettete un’azione o un qualsiasi altro strumento finanziario avrete un’opzione su Fiat ad esempio o sul FTSEMIB (se consideriamo l’indice) ecc… Quindi l’opzione non è altro che un diritto all’acquisto (come nell’esempio) o alla vendita (mettete Salvatore che viene da voi e vi dice “ti do X ora, però tu mi compri, se io vorrò, tra 6 mesi il maialino a Y”). Se invece del diritto avessimo voluto un obbligo a concludere un certo affare a una determinata data avremmo avuto un futures. Potrei fare altri esempi, ma tutto per dire che di strumenti derivati ce ne sono diversi. Sono in pratica titoli che si basano (“derivano”) da altri strumenti finanziari (indici, azioni, obbligazioni, tassi, valute). Che ce ne facciamo di questa roba? L’idea di fondo era quella di avere un mezzo per proteggersi dai rischi di altre operazioni in piedi. Poi con il tempo ci si è resi conto che questa invenzione finanziaria poteva essere utilizzata per guadagnare ancora di più (non è difficile vederli come scommesse). Questa evoluzione/distorsione è una delle cause della crisi attuale. Ma non è il mezzo sbagliato, è l’utilizzo che se ne fa. In fondo la polvere da sparo fu inventata per divertire la gente… solo che non ce lo ricordiamo più.

La Cina si avvicina

Sarà che sono abbonato da parecchio. Sarà l’unicità di leggere un giornale i cui articoli non sono firmati, quasi a voler autorizzare l’affermazione “l’Economist dice”. Sarà il fascino intramontabile di Bagehot. Sarà l’autorevolezza che lo contraddistingue. Sarà una qualsiasi di queste cose, o molte altre, ma The Economist è prima di tutto una fonte inesauribile di dati e di riflessioni.
Nella versione on line http://www.economist.com/blogs/dailychart/2010/12/save_date c’è la possibilità di giocare con i dati di Cina e Stati Uniti, in modo da simulare il momento dell’atteso sorpasso. Poi immediatamente sotto troverete un grafico in cui si possono vedere per varie voci l’anno in cui c’è stato il sorpasso (o quando è previsto esserci). Quella tabella  ci permette di osservare come la Cina si stia allineando alle abitudini di consumo dei paesi più avanzati. Adesso la domanda è: qualora le previsioni dell’Economist fossero corrette, nel momento in cui avverrà il sorpasso, come cambieranno le nostre abitudini? ovvero come si adatterà la Cina al ruolo di punto di riferimento e come ci abitueremo noi al nuovo modello di consumo da seguire? E soprattutto quando la Cina, così come l’India o il Brasile, da stato-outlet diventerà stato-spendaccione, chi produrrà per soddisfare i loro desideri? Direte “Stiamo parlando di cose che avverranno tra almeno quindici anni, possono succedere parecchie cose”. Forse è vero, ma le autorità politiche della Cina non la pensano così e già da parecchi anni stanno operando in Africa, influenzando le decisioni di paesi che in futuro potrebbero essere il loro centro commerciale (cose queste che nei tg non vengono dette). Il mondo sta cambiando e chi cresce di più si sta adattando molto più velocemente dell’Occidente a questi cambiamenti. Stiamo assistendo ad un passaggio di consegne inevitabile, in fondo veniamo da un periodo di anomalia storica (un dislivello di benessere come quello di questi ultimi 200 anni non si era mai verificato), come reagiremo? Io non lo so di sicuro. Ma la curiosità è la penultima a morire. L’ultima è la speranza di aver sbagliato previsione.

“Non mi fido molto delle statistiche,perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media.”

Charles Bukovsky.
Non fa una piega…

Test della razionalità

Ipotizzate di saper giocare a tennis e di essere iscritti ad un circolo. Questa iscrizione vi permette di poter prenotare il campo al coperto con una settimana di anticipo, al costo di 50 Euro. Inoltre avete accesso gratuito e illimitato ai campi all’aperto, senza necessità di alcun tipo di preavviso. E’ ovvio che in una giornata di sole e di caldo giocare all’aperto è decisamente un’esperienza piacevole oltre che divertente (e vincente… almeno negli esempi possiamo dare per scontata una nostra vittoria), mentre giocare al coperto è necessario quando è freddo o piove, non altrimenti (è ovvio che al coperto si formerà col caldo una cappa d’afa degna dei tropici). Ora ipotizziamo di aver prenotato (e pagato) la scorsa settimana il campo al chiuso in quanto per oggi era atteso un tempaccio; ci presentiamo al campo e il tempo è perfetto: sole caldo e leggro venticello. Dove giochiamo? al coperto che abbiamo già pagato profumatamente o all’aperto che è gratuito? Una mente razionale non farà assolutamente fatica a rispondere a questo tipo di quesito.
Torniamo alla realtà. Ormai da parecchi mesi, a chi mi diceva “ho azioni Unicredit in portafoglio, ma sto perdendo parecchio” io dicevo “ma guarda che le azioni Intesa in questo momento sono palesemente migliori” e la risposta puntuale che mi sentivo dare è “si è vero, le Intesa sono migliori, ma ormai le altre le ho comprate e ci sto perdendo, le voglio tenere ancora”. Questo dialogo vi garantisco che non è inventato e mi ritorna in mente puntualmente tutti i giorni che Unicredit (un ottimo titolo e un’ottima azienda per carità, ma in questa fase leggermente penalizzata) fa un -4%… quello che mi stupisce è che a prendere la decisione clamorosamente antieconomica in questo caso sono tutte persone che al quesito di cui sopra avevano risposto correttamente (come voi, giusto?). Persone che sono le più razionali che conosca: economisti, avvocati o medici. Ma anche ingegneri… questo a riprova che anche se è vero che “un ingegnere non vive, funziona” è altrettanto vero che anche loro ogni tanto si guastano.

Feste

Con l’arrivo delle feste, i volumi sono più bassi e quindi aumenta la volatilità. Per questo questi giorni nella stessa giornata potrebbero esserci ottime occasioni di trading. Quindi se avete tempo e modo di operare in giornata Mediobanca, Generali, Pirelli, Prysmian e Intesa San Paolo potrebbero essere i titoli da monitorare con maggiore attenzione.

Promesse mancate

Avevo sette anni quando venne a cena da noi un collega di mio padre dal Giappone. Quando lo avevo saputo ero emozionatissimo e non riuscivo a calmarmi, avevo preparato un quaderno con il nome mio e di mia sorella da tradurre in ideogrammi, assieme ad una serie di altre parole fondamentali come casa, pallone e pastasciutta. Poi avevo una miriade di domande da fare. A cena non ero stato in silenzio un attimo, chiedevo in continuazione e non riuscivo a non rimanere affascinato da quel personaggio con gli occhi a mandorla che mi parlava di un mondo lontano dove tutto era colorato e ordinato, senza né ladri né milanisti. Ma poi mio padre mi disse che era tardi e per  tranquillizzarmi mi promise che se fossi andato a dormire il giapponesino sarebbe venuto a scuola  da me il giorno dopo. Tutto contento andai a letto. Solo anni dopo ho saputo che quella sera mio padre venne rimproverato così: “da noi deludere un bambino non mantenendo le promesse fatte è il disonore più grande”. Spostò i suoi numerosi impegni e il giorno  dopo rispettò la parola data.
Prendere lezioni dal Giappone in questo momento più che anacronistico sembra antieconomico. Ma oggi è stata data alle banche europee la possibilità di ottenere un grosso prestito da parte della BCE (ben oltre le attese). Quello che è trapelato è che le banche che hanno fatto ricorso a questo finanziamento (a tassi bassissimi) lo utilizzeranno per cercare di rilanciare il credito e non per smorzare la crisi dei debiti sovrani. Non c’era nessun accordo specifico e era risaputo che gli istituti che avrebbero fatto ricorso a questa modalità di intervento avrebbero dapprima rimborsato i propri debiti che si avvicinavano alla scadenza, e poi pensato ad altro; ma la consapevolezza di ciò ha piegato gli entusiasmi sui mercati quest’oggi. Si è avuta l’impressione di una promessa non rispettata. Il problema è che non si è ben capito chi abbia promesso cosa a chi. Si sa solo che il mercato oggi è stato deluso.
In finanza non c’è un prezzo per il disonore, ma deludere gli operatori oggi è costato l’1%. Molto di più di rispondere ad una domanda del tipo “ma voi in Giappone ve li lavate i denti?”

SPREAD

Come in matematica, anche in economia ci sono degli assiomi. “Non esistono pasti gratis” è uno di questi. Cosa significa? Che ogni cosa ha un prezzo (che può essere espresso in denaro, in tempo libero, in affetto ecc…). Quindi ad esempio nel momento in cui si vuole un mutuo per la nostra casa si deve pagare un premio (il tasso di interesse) a chi ci concede il prestito. Tale premio è commisurato alla nostra rischiosità, cioè alla probabilità che non siamo in grado di rimborsare quanto dovuto. Questo premio è variabile: cambia (o almeno dovrebbe) da soggetto a soggetto in base alla sua capacità attesa (cioè percepita dal prestatore) di essere solvente nel tempo. Come le famiglie, anche gli stati da secoli (primo fra tutti la Repubblica Marinara di Genova) fanno ricorso ai prestiti per finanziare guerre, infrastrutture e ogni sorta di spesa. E come le famiglie anche gli stati non sono tutti uguali e quindi non sono tutti rischiosi alla stessa maniera. Per questo la differenza fra un tasso di interesse che paga uno stato e quello che paga un altro può essere considerata una buona stima della differenza tra la rischiosità dei due paesi. Si è deciso di utilizzare la Germania (storicamente un campione di solidità e di stabilità economica) come sistema economico di riferimento. Quindi quando si parla di “spread” si intende, comunemente, la differenza fra il rendimento di un titolo di stato di un paese con quello tedesco. Perché questo valore cambia costantemente? Facciamo un esempio semplicistico. Un titolo di stato (ipotizziamo uno zero coupon) funziona così: dai 98 oggi e tra un anno lo stato ti rimborsa 100. Ipotizziamo ora che un mese dopo l’acquisto io voglia rivendere il titolo in questione.  Qualora non ci fosse stato niente di particolare e la rischiosità dello stato non fosse mutata, il prezzo a cui lo venderò sarà pari a 98,16 (che altro non è che 1/12 del rendimento che mi sarebbe toccato a scadenza più quanto ho versato). Ma se la rischiosità del paese è aumentata allora chi vorrà acquistare il titolo in mio possesso, vorrà un rendimento maggiore di quello che aveva soddisfatto me un mese fa. Quindi considerando che prenderà un titolo che fra 11 mesi gli rimborserà 100, sarà disposto a pagare un prezzo inferiore al 98,16 di cui sopra. A questo punto è ovvio che i prezzi si muovono in continuazione, quindi controllare costantemente lo spread ha  senso (ripeto, molto semplicistico come discorso, ma la logica è questa) e può essere visto come un termometro della crisi. Sicuramente più attendibile degli avventori ai ristoranti, dove tra l’altro i pasti sono tutt’altro che gratuiti.